Allenamento e Pressione Arteriosa
È ormai accertato da tempo che l’ipertensione arteriosa è un importante fattore di rischio cardiovascolare. Nell’ipertensione di grado 1, a basso o moderato rischio,
la terapia farmacologica andrebbe iniziata dopo un adeguato periodo di correzione dello stile di vita.

L’ intervento terapeutico non farmacologico deve prevedere:
-controllo dello stress;
-controllo della dieta attuale con eventuale riduzione di peso;
-svolgimento di una regolare attività fisica.

Nella fattispecie, è dimostrato che svolgere un’attività fisica regolare, soprattutto di tipo aerobico, previene lo sviluppo di coronaropatie e riduzione di pressione arteriosa. Infatti l’attività fisica di intensità moderata è in grado di ridurre di 5-7 mmHg i valori di pressione arteriosa sistolica e di 3-5 mmHg la pressione diastorica. Negli anziani fisicamente attivi tutte le cause di mortalità e le malattie coronariche sono ridotte notevolmente soprattutto oltre i 70 anni.
L’allenamento aerobico migliora la pressione a riposo, la risposta pressoria agli stimoli psicoemotivi e previene gli eventi cardiovascolari attraverso numerosi meccanismi.
Nel paziente iperteso quindi sembrano essere ottenibili, attraverso un corretto programma di attività fisica, ulteriori benefici capaci di ridurre il rischio cardiovascolare; infatti si ha: una riduzione della massa ventricolare sinistra, un decremento della rigidità arteriosa, un miglioramento dell’assetto metabolico e coagulativo nonché chiaramente una riduzione di peso corporeo.
Alcuni studi mettono in evidenza che gli effetti di riduzione della pressione sanguigna dovuti all’esercizio fisico sono più pronunciati in persone che seguono esercizi di resistenza; tali attività inducono una diminuzione della pressione sanguigna che dura 4-10 ore dopo la cessazione dell’esercizio, ma può durare anche fino a 22 ore.
L’esercizio rimane quindi una terapia fondamentale per la prevenzione primaria, il trattamento e il controllo dell’ipertensione.
La frequenza dell’allenamento ottimale, l’intensità, il tempo e il tipo di allenamento devono essere definite con il proprio allenatore in stretta collaborazione con il medico che segue la patologia.
Generalmente, si può affermare che per avere benefici mediante l’attività fisica sono necessarie sedute di allenamento che comprendono esercizi di tipo aerobico e anaerobico (ricordiamo che l’allenamento con i pesi produce Ossido Nitrico, eccezionale vasodilatatore) per non meno di 3 volte a settimana. Tali esercizi debbono
svolgersi ad intensità lieve-moderata, valutata sulla base della frequenza cardiaca massimale. In linea generale la frequenza cardiaca di allenamento deve oscillare tra il 40% il 60% di quella massimale (si consiglia vivamente l’utilizzo di un cardiofrequenzimetro durante la fase di allenamento per monitorare costantemente
tale frequenza). Per scendere nel dettaglio dell’allenamento consigliato per una persona ipertesa (abbiamo già spiegato che l’allenamento comunque deve essere soggettivo, e concordato con il proprio allenatore seguendo le direttive del medico), possiamo affermare che la durata dell’esercizio aerobico deve essere
quantificata in non meno di 30 minuti effettivi (preceduti da 10minuti di riscaldamento e seguito da 10minuti di defaticamento) per gli esercizi di resistenza, mentre per gli esercizi di potenza questi devono comprendere 10-12 ripetizioni sia per gli arti superiori che per quelli inferiori, con pausa di 1 minuto tra un set e l’altro. Chiaramente l’intensità di allenamento non deve essere portata al limite delle proprie forze, infatti è preferibile una riduzione di peso aumentando nel contempo il numero di ripetizioni
SANGUE E SUDORE